Descrizione Intervento Susy Zanardo

L’identità sessuale è una tessitura ininterrotta – intima e relazionale – di corpo vissuto, mediazioni culturali, psicobiografia e senso di sé. Non è perciò un dato, un automatismo, un destino o il prodotto di un condizionamento sociale, bensì un compito e un cammino che ogni essere umano è chiamato a percorrere fra il corpo ricevuto e la sua libera attribuzione di senso.

Dire questo non va senza problemi. Infatti, anche quando enunciamo questa complessità, fatichiamo a pensarla fino in fondo o perché essa resta sul piano della semplice enunciazione, senza che le corrisponda l’esperienza, o perché tendiamo a privilegiare la dimensione che più ci sta a cuore, trascurando la parte di vero che emerge da altre letture, apparentemente inconciliabili.

In un tempo di sommovimenti rapidi e lacerante smarrimento, di consunzione del patriarcato e incertezze identitarie, di ricerca di senso e fragilità di legami, quali risorse simboliche sono disponibili per significare il corpo sessuato? Si proverà ad articolare la complessità della questione attingendo agli studi di genere, per smascherare gli immaginari più ingenui relativi al maschile e al femminile, e al realismo simbolico elaborato dal pensiero della differenza sessuale, per interrogare il legame fra corpo e parola, trama sociale e orizzonte personale di significazione. Da qui le domande: cosa vuol dire per ciascuno di noi essere una donna, un uomo, un corpo sessuato? La mia differenza è ferita o integra? Libera o irriflessa? Creativa o inerziale? Come entra in relazione col corpo dell’altro? E come fare per tradurla in pensiero e civiltà, in cura del mondo?